di Mario Capanna – È venuto a mancare Ali Rashid, palestinese straordinario per combattività, intelligenza, generosità, vasta cultura.
Per me, oltre che prezioso compagno di lotte, un fratello meraviglioso. Lo confesso: mentre scrivo non riesco a trattenere le lacrime.
Mille iniziative vissute insieme. La missione di pace in Libia nel 1986, e quella in Iraq, nel 2003, quando ottenemmo la liberazione dei primi dieci ostaggi italiani, i frequenti incontri con Yasser Arafat: momenti indimenticabili.
Traduttore magistrale, riusciva, oltre le parole, a trasmettere anche i sentimenti.
Vice ambasciatore dell’OLP a Roma, ha tessuto in Italia una immensa rete di contatti con forze politiche, sindacali, realtà di base, intellettuali.
La sua tenacia era pari alla sua dolcezza nei rapporti con gli altri.
Si struggeva per le sofferenze del suo popolo, soprattutto negli ultimi tempi di fronte alla carneficina perpetrata da Israele a Gaza e in Cisgiordania. Il suo cuore non ha retto allo strazio. Una vittima in più di Netanyahu.
Ach wa rafik (“fratello e compagno”, così mi rivolgevo a lui): grazie per tutto quello che mi hai dato e insegnato.
Sappi che il ricordo di te resterà indelebile nel cuore e nella mente di tutti coloro che ti hanno voluto bene.









