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Passi verso la pace o scelte di guerra?

di Donatella Di Cesare – Non credo che l’Europa sia sotto attacco. Credo, piuttosto, che stia smarrendo se stessa. Sta perdendo la memoria da cui è nata, il progetto che l’ha fondata sulle rovine della guerra: mai più conflitto, mai più logica dei blocchi, mai più corsa agli armamenti. L’Europa doveva essere questo: un esperimento fragile e audace di pace, non una sua caricatura armata.
Per questo suona tragicamente rovesciato il linguaggio di Bruxelles. Quelli che vengono chiamati “passi verso la pace” assomigliano sempre di più a scelte che preparano il conflitto.
C’è una rinuncia dall’interno. Rinuncia a pensare politicamente la pace. Rinuncia alla propria storia. Rinuncia al coraggio di dire che l’Europa non è nata per vincere guerre, ma per renderle impensabili.
Quando un continente che si voleva post-bellico comincia a parlare solo il linguaggio delle armi, il pericolo più grande non viene da fuori. Viene dalla perdita di sé.

LA PACE O SCELTE DI GUERRA?di Donatella Di Cesare – Non credo che l’Europa sia sotto attacco. Credo, piuttosto, che stia smarrendo se stessa. Sta perdendo la memoria da cui è nata, il progetto che l’ha fondata sulle rovine della guerra: mai più conflitto, mai più logica dei blocchi, mai più corsa agli armamenti. L’Europa doveva essere questo: un esperimento fragile e audace di pace, non una sua caricatura armata.
Per questo suona tragicamente rovesciato il linguaggio di Bruxelles. Quelli che vengono chiamati “passi verso la pace” assomigliano sempre di più a scelte che preparano il conflitto.
C’è una rinuncia dall’interno. Rinuncia a pensare politicamente la pace. Rinuncia alla propria storia. Rinuncia al coraggio di dire che l’Europa non è nata per vincere guerre, ma per renderle impensabili.
Quando un continente che si voleva post-bellico comincia a parlare solo il linguaggio delle armi, il pericolo più grande non viene da fuori. Viene dalla perdita di sé.